La Giornata della Memoria al “Mattioli” di San Salvo

La Giornata della Memoria al “Mattioli” di San Salvo

La Giornata della Memoria al “Mattioli” di San Salvo

Il Comune di San Salvo invita a celebrare con gli studenti dell’lstituto di Istruzione Superiore “Mattioli” la Giornata della Memoria, nel ricordo del settantacinquesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.
Lunedì 27 gennaio dalle ore 9.00 nell’aula magna dell’istituto Mattioli verrà presentato “Auschwitz, la residenza della morte” un recital-contenitore pieno di suoni, immagini e parole partendo dal ritrovamento di testi abbandonati dalle vittime nel campo di sterminio più efficace della Germania nazista in terra polacca, dove sono stati compiuti crimini indicibili contro gli essere umani.
L’incontro avrà inizio con i saluti dal dirigente scolastico Annarosa Costantini, dal sindaco Tiziana Magnacca e dall’assessore alla Cultura Maria Travaglini.
“Attraverso la cultura e la conoscenza possiamo contribuire a creare una coscienza civile – evidenzia il sindaco Tiziana Magnacca – partendo prima di tutto dai giovani a cui abbiamo il dovere di consegnare percorsi di memoria, in particolare degli anni bui che hanno caratterizzato il ventesimo secolo che non possiamo e non dobbiamo mai far cadere nell’oblio”.
I testi scelti saranno letti da Patrizia Corvino e Andrea Bartola con l’accompagnamento al violino di Elena Arcinii, ci sarà anche la proiezione di un video rap per una lettura in chiave moderna dell’olocausto.
“Siamo consapevoli che la cultura è il miglior mezzo che abbiamo a disposizione per non dimenticare atrocità del genere e proprio per questo tra i brani che abbiamo scelto – conclude l’assessore alla Cultura Maria Travaglini – verrà letta la poesia di Primo Levi ‘Se questo è un uomo’, la forte e tragica testimonianza della sua esperienza nei lager”.

 

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

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